Ohrid, Macedonia |
Il 20 maggio, il sesto giorno del nostro viaggio, abbiamo lasciato Salonicco per Ohrid nella Macedonia.
Aspettavamo con l'ansia la nostra prossima meta; quasi nessuno di noi a visitato quel paese che spesso menzioniamo mentre mangiamo la
frutta tagliata a piccoli pezzi e servita in una ciottola. Che si come mai si sono associati queste due cose, apparentemente senza alcun legame.
Dopo un paio di ore di viaggio siamo arrivati sulla frontiera
Macedone e qui sono iniziati problemi con i documenti di viaggio. Avevamo un passaporto collettivo, ma i macedoni non conoscevano questo tipo di
documento... Per farla breve, dopo le telefonate al consolato italiano in Macedonia, alla prefettura di Milano, che ha emesso il passaporto collettivo,
e dopo 4 ore di attesa, siamo riusciti ad entrare in Macedonia.
Meno male che il ristorante che ci hanno consigliato e che si trovava a pochi chilometri dalla frontiera, in una città che si chiama Bitola, era molto buono e aveva prezzi molto "piacevoli": il primo, il secondo e la bevanda per 8 euro. Continuato il viaggio, verso le 18:00 siamo arrivati a Ohrid, il nome del lago ma anche della città sulla sponda dello stesso lago. Siamo andati dritti nell'albergo Bellevue, 4 stelle meritate, con un bellissimo panorama sul lago. Uno dei partecipanti ha avuto anche il coraggio di fare il bagno nelle acque dorate dal tramonto. Dopo la cena in albergo, che è piaciuta un po' meno dell'albergo stesso, si è fatta una visita notturna alla città con una guida locale. Per i problemi legati al riposo obbligatorio per il nostro autista, la visita è durata un'ora circa per la maggior parte dei partecipanti, che sono rientrati nell'albergo con il pullman. Una decina di persone ha proseguito con la visita per un'altra oretta ed è rientrata in albergo con taxi. Siamo riusciti comunque a vedere la chiesa di Santa Sofia, dall'esterno soltanto, vista la tarda ora, che è la cattedrale e la sede dell'arcivescovo ortodosso di Ohrid. La chiesa è stata costruita nel XI secolo, sul sito di una basilica romana. Mia moglie ed io siamo rimasti gli ultimi del gruppo. In compagnia della nostra guida ci siamo seduti in un bar, sotto il cielo aperto di Macedonia, sereno con la luna piena. Abbiamo bevuto una grappa locala. Non mi ricordo come si chiama, ma era ottima. La guida ci ha raccontato un po' sulla vita quotidiana e sullo stato della politica. Ci sono forti scontri con la minoranza albanese, che comincia ad avvicinarsi numericamente alla maggioranza macedone. Ci ha spiegato che la natalità degli Albanesi è semplicemente molto maggiore e che ogni anno la percentuale della cittadinanza si sposta a loro favore. Ha espresso la sua preoccupazione per il futuro del paese. |
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